Mindfulness: l'arte di essere presenti

Mindfulness è una parola di moda. Ovunque spuntano corsi e pratiche che invitano al benessere e alla cura di sé e degli altri con parole quasi miracolose.

Francesca Rosso – 15/01/2021, Tempo di lettura 2’

La definizione di Jon Kabat-Zinn, il biologo molecolare che ha portato la meditazione di consapevolezza in ospedale alla fine degli Anni Settanta per aiutare le persone con dolore cronico è: “l’attenzione intenzionale e non giudicante a ciò che emerge, istante per istante”.

Mindfulness vuol dire “pienezza della mente”, “essere nel presente” e spesso si traduce con “consapevolezza”. In realtà bisognerebbe parlare anche di “heartfulness”, pienezza del cuore.
Partiamo da cosa non è: non è un insieme di tecniche di rilassamento, non è una religione o una pratica new age, non è un modo di annullare i pensieri, non è un anestetico dal dolore di vivere, non è un paio di occhiali che trasformino il mondo in una bolla in cui tutto è rosa. Spesso le persone iniziano a praticare e si lamentano di non riuscire a rilassarsi. La cattiva notizia è rilassarsi è un effetto collaterale, anche se positivo. La mindfulness ci insegna invece a stare con quello che c’è, momento per momento. È un insieme di pratiche di consapevolezza che permettono di mantenere il contatto con il momento presente libero dalle narrazioni della mente che sono sempre nel passato o nel futuro: ricordi, immagini, confronti, progetti.

La mindfulness è un allenamento ad essere presenti, incontrando quello che c’è, senza respingere nulla e senza affezionarci a nulla.
Soprattutto in tempi difficili, ritornare a quel che accade istante per istante, permette di non perdersi nel passato, che appunto è passato e neanche nel futuro, che deve ancora venire, per vivere a pieno l'irripetibile bellezza del momento presente. La mindfulness permette di esplorare sensazioni, emozioni e pensieri in modo da uscire dagli schemi automatici e reattivi e aprirci a risposte creative e trasformative. Permette di coltivare attenzione e concentrazione e diventare più flessibili, gentili e capaci di attraversare situazioni complesse.

Ma soprattutto la mindfulness è una pratica. È ora di abbandonare le parole, quel che si sa e aprirsi a quel che si sente. Non c’è altro modo.

Nessuno può praticare al posto nostro. Pronte e pronti a sperimentare?

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